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Non tutto sulla Terra è stato scoperto, occupato, conosciuto. Anche se siamo sei milardi di abitanti, ci sono ancora alcuni angoli di mondo dove vivono comunità non entrate in contatto con la civiltà, o che cercano con tutte le forze di preservare dalle minacce della modernità il loro territorio. Secondo l’organizzazione Survival international, sono oggi più di 100 le tribù che vivono isolate.

Si tratta di solito di gruppi piccoli, che vivono in luoghi molto remoti: isole sperdute nell’oceano o nel cuore della foresta. La maggior parte sono concentrate in Perù, Brasile, Colombia, Bolivia, Ecuador, Paraguay, India e Papua. Vivono generalmente di caccia, pesca e dei vegetali che offre la natura e che sono usati, oltre che per nutrirsi, per produrre oggetti, profumi, medicinali e per dipingersi il corpo.

Conosciamo più da vicino alcuni di questi popoli.

Totobiegosode, gruppo degli Ayoreo, Paraguay

Il loro nome significa letteralmente “gente che viene dalla terra dei maiali selvatici”; la storia di questo gruppo, che vive nelle foreste del Paraguay, è molto travagliata. Dal 1969, molti di loro sono stati forzati ad abbandonare le selve, soprattutto tra il 1998 e il 2004, a causa della continua invasione delle loro terre, ma tanti altri evitano ancora il contatto con l’esterno e vivono una vita nomade nella foresta.

Indiani incontattati del Brasile

Indiani incontattati del Brasile

Negli stati di Rondônia, Mato Grosso e Maranhão, nell’Amazzonia Brasiliana, abitano più tribù incontattate che in qualunque altra regione del mondo. Sappiamo molto poco di questi popoli: coltivano manioca, praticano caccia e pesca, utilizzano archi molto grandi e vogliono rimanere isolati; hanno infatti reagito agli aerei che li sorvolavano scoccando contro di loro delle frecce o nascondendosi nella foresta.

Sentinelesi, Isole Andamane, India

I Sentinelesi, che abitano una minuscola e remota isola delle Andamane (splendido paradiso tropicale nel Golfo del Bengala), sono considerati la tribu più isolata del mondo. Quando, dopo lo tsunami del 2004, alcuni elicotteri sorvolarono il loro territorio, iniziarono a scagliare frecce verso questi indesiderati visitatori.

Si crede siano discendenti diretti delle prime popolazioni umane arrivate dall’Africa, e hanno probabilmente vissuto su queste isole per più di 55.000 anni. Non è però corretto pensare che siano rimasti all’età della pietra: costruiscono infatti utensili e armi in metallo, recuperato dalle navi naufragate sugli scogli nei dintorni della loro isola.

Dongria Kondh, Orissa, India

bambina Orissa

L’Orissa è lo stato indiano più vergine, caratterizzato da un paesaggio rurale variegato, ampie foreste e una splendida costa sul Golfo del Bengala. Qui il 35% della popolazione è costituito da antiche tribù già presenti al tempo della penetrazione dell’uomo bianco nel subcontinente indiano.

Comunità che vivono in foreste remote, mantenendo intatte le loro antichissime tradizioni e stili di vita. Tra queste ci sono i Dongria Kondh (8.000 persone circa), tra le tribù più isolate dell’India. I Dongria vivono in piccoli villaggi sparsi sulle colline di Niyamgiri, un bellissimo territorio coperto di dense foreste popolate da una grande varietà di animali tra cui tigri, elefanti e leopardi.

Ora, l’habitat di questa comunità è minacciato dal progetto di una compagnia britannica che vuole estrarre bauxite dalla loro montagna sacra, il Niyam Dongar.

Papuasi, Papua Nuova Guinea

Papuasi, Papua Nuova Guinea

Si stima siano 44 i gruppi indigeni mai contattati che vivono nella Papua Nuova Guinea e nelle province indonesiane di Papua e West Papua. Nella regione montuosa vivono i popoli degli altipiani (highland), che allevano maiali e coltivano patate dolci.

Nelle zone costiere vivono invece i popoli delle pianure (lowland); qui la vita è resa difficile dalla malaria e dalle paludi, e le attività di sostentamento sono la caccia e la raccolta. Questi indigeni sono minacciati dall’occupazione dei loro territori da parte dell’esercito indonesiano.

Non sappiamo per quanti anni ancora queste popolazioni primitive preserveranno il loro stile di vita e il loro territorio, ma speriamo possano continuare a scegliere liberamente dove e come vivere.

3 responses to “Le ultime tribù incontattate

  1. Sono quasi sicuro che se non cambieremo sarà la nostra civiltà quella che collasserà prima, le tribù come queste se riusciranno a non farsi “integrare” saranno forse le uniche a sopravvivere.

  2. Lasciamo in pace queste tribù e questi luoghi incontaminati, non contaminiamoli con la nostra pseudo-civiltà.

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