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Un fenomeno sospeso tra culto religioso e tradizione pagana…
L’attesa della liquefazione del sangue con il fiato sospeso…
Canti, preghiere e suppliche in dialetto s’innalzano dai banchi del Duomo di Napoli chiedendo un segno di buon auspicio per l’intera città…

L'ampolla con il sangue di San Gennaro
Foto di Magpa (Flickr)

La festa di San Gennaro è uno degli eventi maggiormente sentiti da parte dei napoletani; nella chiesa l’emozione è forte già da prima che il Vescovo faccia la sua entrata stringendo tra le mani l’ampolla in cui è custodito il sangue.
I credenti aspettano il “Grande Annunzio”, sospesi tra preoccupazione e trepidazione; sono pronti a far scrosciare applausi interminabili rivolti al Santo protettore di Napoli e a sventolare in segno di giubilo i loro fazzoletti bianchi.

Se le loro preghiere vengono ascoltate, il Vescovo può annunciare la liquefazione delle reliquie e, così, l’avvenuto Miracolo di San Gennaro.
Quando questo avviene,  l’emozione nel Duomo raggiunge livelli altissimi, i credenti ringraziano il Signore per la sua misericordia e si lasciano trasportare in questo clima di credenza e superstizione che nella città partenopea si vive solo tre volte l’anno (a maggio, settembre e dicembre).
In concomitanza con l’annuncio, dal Castello dell’Ovo vengono sparati ventuno colpi di cannone affinchè tutta la città sia messa al corrente dell’avvenuto miracolo.

L’evento è ritenuto da molti napoletani di così grande importanza che già dal 16  settembre ha inizio nella città partenopea la Solennità di San Gennaro, una preparazione alla Messa Solenne del 19 settembre.

Nonostante questa festa susciti ogni anno alcune poloemiche, rappresenta una tradizione popolare che da secoli  sa lasciare il segno nei ricordi dei presenti… e un’ottima occasione per conoscere l’anima della “napoletanità” più vera e più genuina!

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